Le origini di Gironico
Notizie storiche Il comune di Gironico, oltre al nucleo principale di Gironico al Piano, è composto dalle frazioni di Gironico al Monte, Campo Amato, Cerè e Salvadonica.
Il territorio, costituito da un piano circondato da colline, presenta ampie zone di verde ancora ben conservate ed è percorso da due torrenti: il Lura e il Riale. Anche se sul territorio gironichese non è mai stato rinvenuto alcun reperto archeologico, possiamo supporre che i primi abitanti fossero popolazioni di stirpe ligure; quelle stesse che nell’età del ferro – a partire dall’undicesimo secolo prima di cristo – si insediarono in siti vicini come Pianvalle, Prestino, Leno, San Fermo.
La romanizzazione è ipotizzabile sia avvenuta dopo la presa di Como da parte del console Claudio Marcello che nel 196 a.C. sconfisse i Galli Insubri, istallatisi nel territorio milanese e comasco a partire dal III sec. a. C. Il più antico documento d’archivio che menziona Gironico è dato 962 d. C. Vi si apprende che in paese era presente un presbiter – un sacerdote per la cura delle anime – il quale dipendeva dalla pieve di Uggiate. Negli Statuti di Como del 1335, il paese compare nella suddivisione dei comuni rurali col nome di Zelonico. Gli Statuti affermavano la competenza dei singoli loci in materia di legislazione campestre, di potere giudiziario locale, di chiese e di strade. Inoltre obbligavano, secondo la Consuetudines Mediolanenses, alla costruzione e alla manutenzione di un castello.
Dalla presenza di un castello in paese è rimasta memoria solo nel toponimo Castell che denomina la collina sopra San Grato. Nel XVI secolo la nobile famiglia comasca dei Rusca erige a Gironico al Monte un edificio fortificato. La presenza dei Rusca è attestata da diverse lapidi presenti nella chiesetta di Santa Caterina. Con rimaneggiamenti, la costruzione originaria, si trasformerà nell’attuale Villa Raimondi caratterizzata da un impianto architettonico settecentesco. Ai Rusca si deve probabilmente anche la fondazione, nel 1455, della chiesa dei SS. Nazaro e Celeso, attuale chiesa parrocchiale. Anche se nei periodi successivi non sono registrati episodi degni di nota, sicuramente le dinamiche della storia ruotarono in modo non dissimile da quelle del territorio nel quale il paese si trova. Nel 1756 con la riforma del catasto voluta da Maria Teresa d’Austria i due nuclei di Gironico al Piano e di Gironico al Monte si fusero in un unico municipio. Nel 1810 con la riforma amministrativa napoleonica Gironico accorpò, per alcuni anni, Parè, Drezzo e Montano diventando comune di 1322 abitanti. Nell’Ottocento il paese pur mantenendo un’economia fondamentalmente agricola cominciò a caratterizzarsi in senso industriale. Con l’apertura della prima tessitura Crespi e Righizzi si affermo una vocazione tessile che si manterrà fino ai giorni nostri. Legato alla produzione tessile era l’allevamento del baco da seta che avveniva in appositi locali: le bigatere. Il paese fu solo sfiorato dagli eventi risorgimentali che culminarono con la battaglia di San Fermo del 27 maggio 1859. Ciò non di meno la fuga di Garibaldi improntò leggende e racconti gironichesi, in quanto legata in modo romanzesco a quella della marchesina Giuseppina Raimondi. Figlia del marchese Giorgio Raimondi – personaggio di idee mazziniane, che aveva finanziato i moti comaschi del 1848, proprietario della Villa Olmo e di altre numerose ville, tra le quali quella di Gironico al Monte – la marchesina Carolina Giuseppina Raimondi sposò Giuseppe Garibaldi nel gennaio del 1860. Il matrimonio finì dopo appena alcune ore in modo drammatico e poi venne annullato. La marchesina continuò a dimorare nella Villa di Gironico al Monte, in ritiro quasi claustrale, sino al 27 aprile 1918, giorno della sua morte.
Chiesa Parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso Situata a mezza strada fra Gironico al Piano e Gironico al Monte, fu costruita tra il 1708 e il 1718 in luogo della precedente chiesa quattrocentesca. La facciata, in forme classicheggianti, fu disegnata nel 1939 dal professor Caccia. A coronamento del timpano sono poste le statue dei santi patroni. Sopra il portale vi è un mosaico di recente realizzazione, raffigurante Gesù Bambino. L’interno ad una navata, presenta sulla sinistra la cappella della Madonna della cintura(1730), con una statua ottocentesca in legno dipinto posto sull’altare. Alla destra la cappella del Crocefisso, con altare marmoreo del 1722. Il Crocefisso anch’esso del 1722 è posto in mezzo alle figure della Maddalena(pittura coeva). L’altare maggiore realizzato in marmo rosso e nero dal 1725 al 1729, in forme eleganti, presenta al centro la pala di Carlo Innocenzo Carloni raffigurante l’Assunta in gloria con i Santi Nazaro e Celso, opera databile al 1735. Sulla volta della navata centrale si trova l’affresco con il Trionfo dei SS. Nazaro e Celso, opera settecentesca forse di scuola del Carloni. Restauri recenti hanno mantenuto il bel pavimento in cotto lombardo. Ossario Ubicato lungo la strada, al bordo del sagrato della chiesa parrocchiale, rappresenta un’interessante espressione architettonica del barocchetto lombardo. Al suo interno sono presenti affreschi di Alessandro Caldani, un altare con statua in legno della Madonna della cintura ed un originale rilievo policroma raffigurante le Anime purganti. Chiesa di San Grato Situata la centro di Gironico al Piano, fu edificata nel 1672.
La chiesa, di piccole dimensioni con una unica navata, presenta una facciata molto sobria, scandita da lesene sormontate da un timpano. All’interno affreschi con la Gloria di S. Grato. All’altare pala con S. Grato che blandisce la grandine. Alle pareti dipinto cinquecentesco con l’adorazione dei pastori, che presenta influssi luineschi e tela secentesca raffigurante San Carlo in adorazione del crocefisso. Chiesa di Santa Caterina Si affaccia sulla piazzetta di Gironico al Monte. Inserita nel complesso della Villa Raimondi, presenta in facciata affreschi talmente sbiaditi da risultare oramai illeggibili. Si riesce a decifrare un S. Cristoforo, probabilmente quattrocentesco. All’interno un’iscrizione reca le date del 1451 e del 1501, come interventi rispettivamente di dedicazione e di restauro, operati da personaggi della nobile famiglia Rusconi. All’altare tela secentesca raffigurante l’Apparizione della Madonna col Bambino alla Santa Caterina d’Alessandria. Villa Raimondi Ora di proprietà Valerio e non aperta al pubblico, la Villa nelle forme attuali ha un impianto settecentesco.
Questo è il risultato delle successive trasformazioni operate nel tempo dai proprietari che si sono succeduti: i Rusca, ai quali si deve la costruzione originaria del XV secolo, i Rusconi e i Raimondi. Nella galleria del piano mobile vi è un affresco quattrocentesco raffigurante la Crocefissione e affreschi dei secoli seguenti. Il cortile d’onore, al quale si è introdotti da una scenografia serliana, è delimitato da una loggia probabilmente del XVII secolo.